Embodied approaches in cognitive science hold that the body is crucial for cognition. What this claim amounts to, however, still remains unclear. This paper contributes to its clarification by confronting three ways of understanding embodiment—the sensorimotor approach, extended cognition and enactivism—with Locked-in syndrome. LIS is a case of severe global paralysis in which patients are unable to move and yet largely remain cognitively intact. We propose that LIS poses a challenge to embodied approaches to cognition requiring them to make explicit (...) the notion of embodiment they defend and its role for cognition. We argue that the sensorimotor and the extended functionalist approaches either fall short of accounting for cognition in LIS from an embodied perspective or do it too broadly by relegating the body only to a historical role. Enactivism conceives of the body as autonomous system and of cognition as sense-making. From this perspective embodiment is not equated with bodily movement but with forms of agency that do not disappear with body paralysis. Enactivism offers a clarifying perspective on embodiment and thus currently appears to be the framework in embodied cognition best suited to address the challenge posed by LIS. (shrink)

Riassunto: Il presente studio indaga il modo in cui gli scienziati percepiscono la dimensione estetica nella propria attività e nei propri oggetti di studio, al punto da essere un criterio che orienta il loro lavoro; si cercherà pertanto di enucleare le proprietà che caratterizzano il tipo di bellezza da loro riscontrato, facendo riferimento agli scritti di Michael Polanyi. L’autore offre importanti spunti per chiarire il problema della validità di tale uso della bellezza scientifica. La questione è ancor più interessante perché, (...) se la bellezza è legittimamente un criterio scientifico, ne risulta un legame tra scienza e persona (infatti il senso estetico è proprio della persona). Tale bellezza ha caratteristiche specifiche: è intellettuale, strettamente dipendente dall’ordine, dall’intero e dalle relazioni. Inoltre, essa è il termine di una delle cosiddette passioni scientifiche o intellettuali degli scienziati: il ricercatore desidera la bellezza intellettuale e ne è (momentaneamente) appagato. Per Polanyi, la bellezza intellettuale è essenziale alla verità scientifica e ha il potere di rivelare la verità sul mondo naturale. Allo stesso tempo, però, tale standard di bellezza è sempre posto da noi e per noi stessi. Emergono così le tensioni polanyiane a riguardo del realismo. L’articolo propone una soluzione, a favore del criterio di bellezza, che può risultare utile anche per il progresso della ricerca scientifica. (shrink)

_Riassunto_: Questo lavoro intende offrire una prospettiva sulla filosofia della mente implicita nell’opera di Pierre Bourdieu. Propongo di organizzare e analizzare le questioni psicologiche che si dipanano nella teoria della pratica di Bourdieu su due diversi piani descrittivi della sfera del mentale: quello ontologico e quello architettonico. Nella prima parte del lavoro chiarirò il concetto di habitus sulla base della sua costituzione schematica. Poi, definito l’habitus come “super-schema psicosociale”, esplorerò il suo funzionamento incarnato alla luce della teoria cognitiva della metafora. (...) Nella seconda parte del lavoro, intendo chiarire l’architettura del mentale che emerge dalla relazione che Bourdieu teorizza tra conoscenza pratica e conoscenza riflessiva. Qui, vorrei prima sottolineare come Bourdieu faccia uso di un’architettura duale della mente, segnata da una particolare doppia-opacità riflessiva, per sostenere poi che le affermazioni metacognitive di Bourdieu ben si adattano agli approcci contemporanei della parità sé-altro della conoscenza di sé. Infine sosterrò come il funzionamento inconscio dell’habitus sia coerente con una visione cognitiva dell’inconscio. _Parole chiave_: La filosofia della mente di Bourdieu; Habitus; Schema; Dualità della mente; Parità Sé-Altro; Inconscio cognitivo _The ontology and architecture of the mind in Pierre Bourdieu’s theory of practice_ _Abstract_: This article provides an outline of Bourdieu’s hidden philosophy of mind. I propose to organize and analyse the psychological themes that flow trough Bourdieu’s theory of practice using two different levels of description of the mental, the ontological and architectonic. In the first part of the article, I clarify the concept of habitus on the ground of its schematical constitution. Conceptualising habitus as a “psychosocial super-schema”, I explore its embodied functioning in the light of cognitive metaphor theory. In the second part, I clarify the architecture of the mental as it emerges from the relationship Bourdieu theorizes between practical and reflexive knowledge. Here, I first stress that Bourdieu employs a dual architecture of mind marked by a peculiar reflexive double-opacity, and then I argue that Bourdieu’s metacognitive claims fit the contemporary self-other parity accounts of self-knowledge. Finally, I claim that the unconscious functioning of habitus is consistent with a cognitivist theory of the unconscious. _Keywords_: Bourdieu’s Philosophy of Mind; Habitus; Schema; Duality of Mind; Self-Other Parity; Cognitive Unconscious. (shrink)

The article focuses on Leibniz’s theory of dual access to the innate practical truths developed in the _New Essays_, on the background of the reconciliation between egoism and altruism he pursues – since his early writings on natural law – through the categories of disinterested love and charity, and the onto-aesthetic implication between harmony and pleasure as well. After reconstructing the meaning and the functions of the argument on the community of brigands that Leibniz addresses against Locke’s conventionalism, the article (...) dwells on the structure of social instincts in human and non-human animals and emphasises the role of the “prick of conscience”, conceived of as a first, affective and pre-rational step in the construction of otherness. (shrink)

Kant è stato il principale riferimento epistemologico di quella ricerca sui fondamenti della matematica che ha avuto in Gottlob Frege il suo massimo esponente. In seguito, tuttavia, al tramonto dei programmi logicista, intuizionista e formalista, l'esigenza di garantire la certezza della matematica passa in secondo piano rispetto al problema della natura degli enti matematici. E in tal modo che, almeno a livello terminologico, Platone subentra a Kant come essenziale referente di una diversa costruzione epistemologica. Terreno fertile della ricerca fondazionale diviene (...) infatti, a partire dagli anni '60, il dibattito fra i sostenitori e gli avversari del 'platonismo matematico': etichetta che, utilizzata per indicare la trascendenza degli enti matematici, ha non di rado banalizzato o reso marginale l'originario pensiero di Platone. Il dibattito è ancor oggi un crogiolo di idee e tendenze, tra le quali emerge, accanto alla necessità di un maggiore approfondimento dei risultati e della reale attività del matematico, l'opportunità di interrogare i testi del filosofo greco. Nella sterminata letteratura contemporanea sui fondamenti della matematica, Platone e Kant si presentano, dunque, come problematici fili d'Arianna per orientarsi, mettere ordine, cogliere una linea evolutiva o anche soltanto originali spunti teorici per nuovi orizzonti. (shrink)

Nel 1545, dalla tipografia di Damiano de Turlini a Brescia, usciva un volume contenente due operette: la prima intitolata _Un brieve trattato dell’eccellentia delle donne_ composta dal filosofo lombardo Vincenzo Maggi; la seconda, anonima, con il titolo: _Una brieve essortatione a gli huomini_. Vincenzo Maggi, con un trattato –come lui stesso dichiara– breve e semplice, confuta il disprezzo verso il genere femminile imperante nella sua epoca, spinto dalla necessità di ritrovare la verità. Il tutto senza screditare né le tesi avverse (...) né i maschi; anzi, con l’intenzione di convincere costoro ad apprezzare ancor di più le donne e riconoscerne i superiori meriti. L’autore anonimo, invece, pretende smentire le affermazioni del filosofo lombardo esortando gli uomini all’azione, e si dichiara intimorito dall’idea che le donne possano prendere il sopravvento. È nostra intenzione analizzare le due opere presentandone le argomentazioni e i modi in cui esse vengono esposte, nonché offrire una breve biografia di Vincenzo Maggi oltre ad affrontare l’argomento della paternità della seconda opera. (shrink)

Erickson's treatise intertwines and confuses two major, but separable, issues: whether there are basic tastes and how taste stimuli are encoded. The idea of basic tastes may reflect a natural process of concept formation. By only discussing two spatial coding schemes for taste, Erickson ignores the temporal dimension of taste responses and the contribution of neuronal cooperativity.

R. M. Friedberg demonstrated the existence of a recursive functional that agrees with no Banach-Mazur functional on the class of recursive functions. In this paper Friedberg's result is generalized to both α-recursive functionals and weak α-recursive functionals for all admissible ordinals α such that $\lambda , where α * is the Σ 1 -projectum of α and λ is the Σ 2 -cofinality of α. The theorem is also established for the metarecursive case, α = ω 1 , where α (...) * = λ = ω. (shrink)

The mutual interaction of philosophy and Roman political and cultural life has aroused more and more interest in recent years among students of classical literature, Roman history, and ancient philosophy. In this volume, which gathers together some of the papers originally delivered at a series of seminars in the University of Oxford, scholars from all three disciplines explore the role of Platonism and Aristotelianism in Roman intellectual, cultural, and political life from the second century BC to the third century AD.

In two recent articles, Travis Dumsday has formulated a response to the problem of divine hiddenness on the basis of the Christian doctrine—especially Aquinas’s thought. I agree with Dumsday that Christians qua Christians can significantly contribute to the debate in question. However, in both articles the author overlooks a decisive aspect of Aquinas’s doctrine of faith and the Christian teachings that trace back to it. This article dwells on Dumsday’s interpretation of Aquinas’s thought, and from within my argument proposes a (...) different response to the problem of divine hiddenness. (shrink)

The ancient Greek philosopher Epicurus regarded his atomism as a cure for the fear of natural phenomena. An atomistic philosophy, however, can easily lead to determinism and epiphenomenalism, which threaten human happiness even more than the fear of nature. The present paper attempts to reconstruct Epicurus’ strategy for dealing with the unwanted consequences of his atomism. The author argues that Epicurus employed a form of emergentism about properties to show that freedom exists and mental states are not causally inert epiphenomena.

Buku ini dikarang untuk pembaca “awam” (seperti saya) oleh dua ilmuwan yang masing-masing sudah memiliki nama tersendiri karena banyak publikasi: Brian Thomas Swimme, seorang profesor kosmologi evolusioner di San Francisco, dan Mary Evelyn Tucker, seorang lektor dalam bidang studi lingkungan hidup di Yale, New Haven. Diilhami oleh mentor dan sahabat mereka, almarhum geolog dan teolog Thomas Berry, mereka bersama-sama menyusun suatu “kisah (epos) tentang munculnya alam semesta dan berkembangnya komunitas hidup, dengan menawarkan suatu visi baru tentang cara kita dapat menumbuhkan (...) semangat komunitas bumi.” (cover). Bab 1-4 mengisahkan kurang lebih sembilan milyar tahun perkembangan alam semesta, mulai dari Big Bang, eksplosi terang dan materi yang senantiasa meluas dan melalui suatu proses kreatif menggembleng materi yang kemudian akan menjadi miliaran galaksi. Dengan bahasa yang umumnya non-teknis, dan sangat indah, disertai dengan kepekaan terhadap tradisi-tradisi bangsa-bangsa manusia yang bermenung tentang alam raya, para pengarang berhasil menampilkan deretan kejadian yang dahsyat dan jauh itu menjadi suatu proses yang terasa menyangkut kita juga. Fokus mereka pada proses pembentukan bintang-bintang serta eksplosi-eksplosi bintang yang, baru sesudah 8-9 miliar tahun, memunculkan solar system kita, yakni matahari dengan planet-planet di sekitarnya, khususnya bumi kita yang mengalami suatu proses penyejukan dan pemadatan yang unik. Dalam proses jutaan tahun terbentuk atmosfir di sekitar bumi dan lautan-lautan yang menutupi sebagian besar permukaannya. Dengan energi yang berasal dari terang matahari dari jarak yang menguntungkan, dipersiapkan pentas untuk suatu tahap baru yang menakjubkan: munculnya hidup di bumi..................... Dalam bab 10-11 para pengarang mencari jalan keluar dari ketidak-seimbangan destruktif yang telah terjadi di bumi. Mereka mempermasalahkan pemikiran materialistis deterministis yang sejak Galileo, Newton, Descartes, dan lain-lainnya, menyerahkan materi yang dianggap mati begitu saja kepada kontrol manusia yang berakal budi. Apakah materi memang sepasif seperti dipikirkan filsafat itu? Kita sekarang dapat melihat dari miliaran tahun pembentukan alam semesta bagaimana di dalam materi pun ada dinamika mengatur diri (self organizing) dengan cara-cara yang tidak dapat diprediksi. Di tengah proses besar yang penuh kreativitas ini umat manusia ditantang mencari tempat dan perannya ke depan. Seperti bintang-bintang dan lautan-lautan telah memberi sumbangan tersendiri untuk jagat raya dan bumi, demikian juga miliaran manusia—sebagai garis depan evolusi sekarang—akan dapat membantu membuka jalan bagi sesuatu yang kini belum dapat diduga, asalkan manusia mau melepaskan genggaman kontrolnya atas yang lain dan dengan sikap kekaguman mau menjadi bagian dari komunitas bumi dan menyelaraskan diri dengan iramanya Ini cuma beberapa benang dari sebuah buku yang sangat kaya, inspiratif, dan mampu mengubah pandangan pembaca. Menurut hemat saya, buku ini juga secara mendalam bersifat religius, kendati tidak meminjam bahasa agama apapun. Kalau belum ada teerjemahannya dalam bahasa Indonesia, hendaknya diadakan terjemahan tersebut, dan bila mungkin dengan tetap menjaga keindahan bahasanya. (Martin Harun, Guru Besar Teologi emeritus, Sekolah Tingi Filsafat Driyarkara,Jakarta). (shrink)

On the proofs of existance of God according to Muḥammad ibn Ibrāhīm Ṣadr al-Dīn Shīrāzī, 1641.